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iPad e il Trusted Computing

Non vogliamo fare facili allarmismi anche perche iPad non è ancora disponibile per cui non si possono fare delle prove concrete ma, da quanto si sa, iPad è basato su di un processore, A4 di Apple, che in realtà è composto da più elementi, uno dei quali è un chip TPM (Trusted Platform Module) che implementa tutte le caratteristiche di una piattaforma Trusted Computing. Ecco cosa dice Wikipedia a proposito.

L’espressione inglese Trusted Computing (TC, letteralmente informatica fidata o calcolo fidato) si riferisce ad una tecnologia nascente, derivata da specifiche del Trusted Computing Group (TCG) – che ha ereditato quelle del Trusted Computing Platform Alliance (TCPA) – con l’obiettivo dichiarato di rendere dispositivi come computer  o telefoni cellulari più sicuri mediante l’uso di opportuni hardware e software. Il raggiungimento di tale scopo viene ottenuto inserendo in ogni dispositivo un chip (denominato Trusted Platform Module o più brevemente TPM) dotato di una coppia di chiavi crittografiche (univoca per ogni chip), impossibili da modificare anche per il proprietario, e capace di generare altre chiavi per la crittografia  di dati o dispositivi. La controversia attorno a tale tecnologia nasce dal fatto che tali dispositivi sarebbero sicuri sia da manomissioni esterne che da eventuali utilizzi, definiti impropri, dell’utente.

In pratica si cela sotto l’egida della sicurezza, l’impossibilità per l’utente di fare girare quello che vuole. Gli unici contenuti autorizzati sono quelli regolarmente acquistati e pagati. In sostanza non si potrà fare girare su iPad un DVD rippato dalla propria collezione o un MP3 rippato dai propri cd musicali o un eBook che non sia stato regolarmente acquistato. Apple deciderà cosa potrete fare girare sul vostro iPad, non voi!

Una Trusted Platform non si può craccare o modificare per cui non aspettatevi che qualcuno se ne possa uscire con un sistema per farlo. Con un iPad potrete solo leggere eBook, video o ascoltare musica che sia stata regolarmente acquistata, anche se a casa avete già l’originale. Ricordiamo anche che con il Kindle di Amazon era successo che la stessa Amazon aveva revocato i diritti di lettura del libro 1984 di George Orwell, già acquistato da parecchie persone, quando si era resa conto che non aveva i diritti di venderlo. Tutti coloro che lo avevano acquistato lo avevano visto sparire dal loro Kindle, cosa che potrebbe succedere benissimo anche con qualsiasi altra cosa installata sul vostro iPad.

Forse è troppo presto per parlarne ma il chip esiste e bisogna solo vedere come Apple intenderà usarlo. Da una parte ci sono i produttori di contenuti che osannano tale tecnologia, per ovvi motivi, ma dall’altra ci sono gli utenti che non sono assolutamente propensi, penso, a cedere ad altri il controllo totale su come viene usato un oggetto che è stato regolarmente acquistato e pagato.

Ecco un’immagine simpatica che abbiamo recuperato su internet…

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